Nel corto “Seventyfive bpm” scritto e diretto da Tiramani la cronaca di un fatto realmente accaduto per i 50 anni di Aido
I battiti per minuto (bpm) sono l’unità di misura con la quale si indica la frequenza cardiaca. La stessa unità di misura con cui si tiene il tempo in musica, essendo espressione dei beat che ci sono in un minuto musicale. I bpm sono il tratto su cui scorre l’intera narrazione del cortometraggio ideato, scritto e diretto da Gian Francesco Tiramani, che sarà mostrato in anteprima nazionale sabato2 settembre alle 17.30 presso la Galleria d’arte moderna Ricci Oddi, a Piacenza.
Una produzione locale, firmata Cineclub Piacenza Giulio Cattivelli, affilato alla Fedic (Federazione Italiana dei Cineclub), che girerà tutta Italia, quale film di sensibilizzazione alla donazione degli organi in occasione del 50esimo di fondazione dell’Aido nazionale. “Seventyfive bpm” (tradotto: 75 battiti al minuto) è il titolo dell’opera breve che racconta un fatto realmente accaduto, nell’estate del 2010, che anche le cronache hanno riferito con rilevanza: un trapianto d’organo tra due bambini.
Al tempo, Tiramani era l’organizzatore (“mission manager o rescue engineer”) del trasporto di organi destinati ai trapianti. «Di numerosi e diversi trasporti, eseguiti anche in condizioni atmosferiche avverse e negli orari più impensabili, quella storia – spiega il regista – senza sapere il perché allora e senza saperlo oggi, è stata differente da tutte le altre, sia per me e che per tutte le altre persone coinvolte. Il fatto che sia bastata una comunicazione radio per bloccare l’intera operatività dell’aeroporto da cui siamo decollati per dare a noi la priorità, pur non essendo necessaria dato che un hospital flight (ossia un volo ospedaliero) ha già la priorità, rivela quanto fosse stato considerato un intervento eccezionale.
Quella missione ha lasciato un’impronta molto forte, in tanti. Sebbene sia rimasta parcheggiata per tredici anni, sono consapevole che quando si riceve un dono non si ha il diritto di tenerlo per sé». E così , quel trapianto d’organo tra due bambini è diventato un film. Non importa sapere i dettagli dell’operazione, al momento: cosaè stato donato, se e chi è sopravvissuto, cosa è accaduto al donatore. Ciò che importa è l’emozione che fa nascere l’intera narrazione.
Fin dai primi secondi: quando il beep di un monitor cardiaco si trasforma nei beat della colonna musicale. La continuità. La circolarità della vita, di cui fa parte anche la morte. Le riprese sono iniziate a luglio, precedute da mesi di scrittura ed organizzazione, e si sono concluse pochi giorni fa. Tra i set cinematografici, anche luoghi d’eccezione tra cui: l’aeroporto di Linate, a Milano (permesso ottenuto grazie alla disponibilità del gestore aeroportuale Sea Prime e della compagnia di volo Avionord) e la sala operatoria dell’ospedale di Castel San Giovanni (grazie alla collaborazione dell’Ausl di Piacenza).
Il resto delle immagini è frutto di lavoro in zone della Valdarda. Nessuno degli interpreti è un professionista, salvo Pier Marra, ex infermiere e oggi attore amatoriale. «É stato un progetto complesso e impegnativo da realizzare per le location e per i tempi ristretti, ma soprattutto per la delicatezza dell’argomento – commenta Walter Sirosi, presidente del Cineclub Cattivelli -. Sono felice che Gian Francesco ci abbia coinvolti con il suo entusiasmo, la sua determinazione e la sua competenza sull’argomento. Personalmente mi sto spendendo perché questo filmato abbia la massima diffusione possibile, non solo locale ma nazionale».
La squadra che ha lavorato alla realizzazione del film: tecnici, attori, medici e musicisti
Ecco la squadra che nei mesi estivi si è concretamente impegnata nella realizzazione del film “Seventyfive bpm”. Le riprese sono di Carlo Tagliaferri (operatore video di Castell’Arquato). L’attore protagonista, come già anticipato, è il fiorenzuolano Pier Marra. Tra le comparse, in video, anche il professor Patrizio Capelli, direttore del Dipartimento di Chirurgia Generale dell’Ausl di Piacenza. Segretaria di edizione è Valeria Tedaldi. Segretaria di produzione è Cinzia Paraboschi. La musica è stata scritta appositamente dal campano Alex Vetrò. La versione con chitarra elettrica, con cui si chiuderà il film, è eseguita da Francesco Ardemagni dei Cani della Biscia. «La musica è un elemento importante e funzionale – sottolinea il regista Tiramani -. Non è accompagnamento, non è cornice, ma è parte della sceneggiatura. Anche perché ci sono molti fuori campo, pensieri ed interrogativi a cui non diamo risposta ». Oltre alle riprese dirette, il cortometraggio contiene elementi di “found footage” includendo i filmati reali realizzati durante la missione di volo per il trasporto d’organi avvenuto da Lamezia Terme (in provincia di Catanzaro) a Torino.
Il progetto ha già ottenuto il patrocinio di: Aido, Regione Emilia-Romagna, Servizio Sanitario Regionale Emilia-Romagna, Azienda Ospedaliero-Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino, Centro nazionale trapianti dell’Istituto Superiore di Sanità, Provincia e Comune di Piacenza.
«Ci tengo a sottolineare – conclude Tiramani – la grande disponibilità incontrata sia all’ospedale di Castelsangiovanni che all’aeroporto di Linate: in entrambi i luoghi di ripresa è stato messo a disposizione anche il personale: sanitario, nel primo caso, piloti e tecnici di volo, nel secondo.
C’è stata un’attenzione concreta, inaspettata, a testimonianza del fatto che una storia vera come quella che abbiamo scelto di raccontare, lega anche chi non direttamente coinvolto, anche dopo dieci anni dal reale evento accaduto».
(Valentina Paderni, Libertà. Il quotidiano di Piacenza)