Speranze perdute e vita ritrovata nel corto dell’Aido “fatto con il cuore”

“Seventyfive bpm” realizzato dal Cineclub “Cattivelli” con la regia di Tiramani presentato agli Amici dell’arte in anteprima nazionale

«Provate a stare un’ora e un quarto con un cuore, da solo, che non è in un corpo, un cuore che è vivo». Il “faccia a faccia” descritto da Gian Francesco Tiramani, se fino a ieri l’altro era solo immaginabile, grazie al cortometraggio “Seventyfive bpm” (tradotto “75 battiti al minuto“), da lui ideato, scritto e diretto è diventato reale. L’opera breve, che è testimonial del 50° anniversario di fondazione di Aido, ha svelato retroscena e retropensieri di chi ha la responsabilità, in una continua lotta contro il tempo egli imprevisti, di trasportare organi.
Il numeroso pubblico che ha riempito il salone degli Amici dell’arte, in occasione dell’anteprima nazionale, ha dimostrato di aver apprezzato un lavoro di squadra“ fatto col cuore” anche solo dal lungo applauso al termine della proiezione; che è proseguito per tutta la durata dei titoli di coda.
Il delicato tema trattato non può lasciare indifferenti, ancor più se la narrazione porta sullo schermo un episodio autentico di morte e di vita, tra donatore e ricevente, realmente accaduto 13 anni fa, che ha coinvolto due bambini.
Il corto è un intreccio di simmetrie. Il suono di un elettrocardiogramma piatto si trasforma nel battito di un cuore che diventa il “beat” da cui prende vita una composizione musicale, la colonna sonora firmata dal campano Alex Vetrò che l’ha eseguita l’altro pomeriggio dal vivo alla tastiera, assieme a Francesco Ardemagni alla chitarra, Riccardo Rampini alla batteria e Tania Cavagnoli alla voce.
Le immagini in bianco e nero accompagnano la voce fuori campo che esprime le riflessioni del protagonista, lo stesso autore del film che nell’estate 2010 era colui che ha organizzato il trasporto multiorgano da Lamezia Terme a Torino. Le immagini a colori sono il trionfo di una vita donata.
L’infermiera che “rimprovera” un Dio che non c’è dopo aver annunciato alla madre la morte del figlio di 5 anni si riflette nel chirurgo che a trapianto riuscito alza gli occhi al cielo e ringrazia.
«È una storia di speranze perdute e ritrovate – commenta Fausto Frontini nel portare l’esperienza personale di chi ha dovuto affrontare la morte del nipote Andrea quasi 18enne -. Prima il coma irreversibile, poi la richiesta di donazione e da lì la presa di coscienza della fine. Di fronte alla certezza della morte, la vita e il suo dopo, la sua memoria, diventano realtà inscindibili».
Il film non ha avuto il supporto di alcuno sponsor, solo il sostegno dell’Aido Emilia-Romagna, rappresentata dal presidente Manuel Cavallini, accompagnato dal presidente provinciale Aido Piacenza Roberto Mares. Diversi sono stati i patrocini gratuiti concessi.
Preziosissimo è stato l’impegno del Cineclub Piacenza “Giulio Cattivelli” affiliato alla Fedic (Federazione Italiana del Cineclub) che, come produttore dell’opera è determinato a far volare alto il cortometraggio: «Scommetto – ha dichiarato il presidente Walter Sirosiche parteciperà al Forum Fedic alla prossima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia».
«L’obiettivo principale – ha spiegato Tiramaniè sensibilizzare alla donazione. Poi c’è la volontà di ringraziare le famiglie, quelle che scelgono di donare, e di far capire che a svolgere le operazioni che si celano dietro ad un trapianto ci sono professionisti che sono essere umani, non robot, personale sanitario e tecnici che nono sono emotivamente indifferenti».
Flavia Petrin, presidente Aido nazionale ha commentato: «Da 50 anni lavoriamo perché si dica sì alla donazione. Dobbiamo diffondere la bellezza del dono per dare un senso all’evento morte che spesso senso non ha. Dobbiamo essere consapevoli che non c’è un limite d’età per donare. Dobbiamo riconoscere che tra la donazione e il trapianto c’è un’organizzazione di operazioni frutto del lavoro di persone straordinarie. Dobbiamo farci artigiani della cultura del dono. Ognuno di noi ha la possibilità di dare qualcosa. Non si può solo parlare di solidarietà, bisogna passare ai fatti».
Trai presenti, intervenuti per un saluto e una breve considerazione, anche la presidente della Provincia Monica Patelli, la presidente del Consiglio comunale di Piacenza Paola Gazzolo, il direttore sanitario dell’Ausl di Piacenza Andrea Magnacavallo e la dottoressa Laura Koller della ditta Avionord. Il dottor Massimo Cardillo, direttore generale del Centro Nazionale Trapianti ha inviato un messaggio così come ha fatto il giornalista Toni Capuozzo.
Hanno condotto il pomeriggio di gala Rita Nigrelli, voce di RadioSound e Giorgio Lambri giornalista di Libertà.

OMAGGIO ALLO STAFF
Le riprese in Valdarda e in luoghi d’eccezione l’aeroporto di Linate e l’ospedale di Castello
Le tante persone coinvolte nel progetto, davanti e dietro la telecamera, hanno lavorato a titolo volontario, trascinati dalla passione e dall’entusiasmo del regista Gian Francesco Tiramani, Gli interpreti che compaiono nel cortometraggio “Seventyfive bpm” sono: Federica Perotti, Federica Amorevoli, Pier Marra, Valentina Schiavi, Lara Grassi, Antonio Capodilupo, Salvatore Rallo, Alessandro Vecchi, Davide Giardini, Piero Scuri, Alessandro Barozzi, Alessandra Conti, Daniela Rossi, Carmine Grassi, Patrizio Capelli e Cecilia Maria Goffredi. Le riprese sono state effettuate da Carlo Tagliaferri. Segretaria di edizione è Valeria Tedaldi. Segretaria di produzione è Cinzia Paraboschi. Ognuno di loro è stato omaggiato con un poster ricordo del gruppo di lavoro. Il video è stato girato in Valdarda. Tra i set cinematografici anche luoghi d’eccezione tra cui: l’aeroporto di Linate, a Milano (permesso ottenuto grazie alla disponibilità del gestore aeroportuale Sea Prime della compagnia di volo Avionord) e la sala operatoria dell’ospedale di Castelsangiovanni (grazie alla collaborazione dell’Ausl di Piacenza). Nell’opera compaiono anche i filmati reali realizzati durante la missione di volo per il trasporto d’organi avvenuto, nel 2010, da Lamezia Terme (in provincia di Catanzaro) a Torino.

(Valentina Paderni, Libertà)

 

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