Si chiama self efficacy, autoefficacia, l’insieme delle convinzioni che ognuno di noi ha rispetto alla capacità di affrontare situazioni difficili o di crisi. Saperla coltivare ha effetti positivi anche su ansia e gestione dello stress
La self efficacy può essere utile per superare al meglio un impegno o una prova, come un esame, un colloquio di lavoro, precarietà o periodi di crisi, essere consapevoli di quanto pesi il nostro atteggiamento, la nostra convinzione di far fronte all’impegno che ci si presenta e di riuscire, anche solo parzialmente, a cambiare le cose. Basta questo, a volte, a darci la forza e gli strumenti per farlo davvero.
Di Vita&Salute
Come affrontare al meglio un impegno gravoso, un momento difficile? È un pensiero che ricorre spesso, in particolare quando dobbiamo affrontare un’emergenza come quella che stiamo attraversando. Anche per questo può essere utile ricordare quanto pesi il nostro atteggiamento, la convinzione di poter far fronte all’impegno che ci si presenta e di riuscire, anche solo parzialmente, a cambiare le cose. Basta questo, a volte, a darci la forza e gli strumenti per farlo davvero.
La conferma arriva da uno studio realizzato dall’università di Zurigo, da cui emerge che rievocare momenti in cui siamo stati in grado di gestire una situazione difficile ci aiuta a gestire meglio un’esperienza stressante.

Esserne coscienti
Gli psicologi parlano di autoefficacia – o self efficacy. Si tratta delle convinzioni che ognuno di noi sviluppa rispetto alla capacità di fare qualcosa, di affrontare una situazione specifica, si tratti di un esame, un’impresa sportiva o un colloquio di lavoro: la sensazione di padroneggiare una situazione, di essere in controllo. Nel concetto di autoefficacia non rientra solo il sapere di avere delle risorse, ma anche l’essere coscienti di saperle usare. Si tratta di passare dalla cognizione di ciò che si è, alla consapevolezza di ciò che si può essere. Facendo attenzione a non confonderla con la competenza, che è fatta anche di studio e di riflessione. Sentirsi in grado di affrontare una situazione serve a noi: vari studi mostrano che le persone che hanno un livello più elevato di autoefficacia riescono a gestire meglio le proprie emozioni, oltre a essere più costanti e competenti.
La self efficacy (autoefficacia) è legata a situazioni specifiche: si può essere autoefficaci nella pratica sportiva o nei confronti di un determinato compito. E una buona autoefficacia ha effetti positivi sull’ansia e sulla capacità di gestire lo stress, quindi sul benessere psicologico.

I tratti del carattere che la favoriscono
I principali punti di forza che favoriscono l’autoefficacia sono la vitalità, la voglia di affrontare l’esistenza e di guardare al futuro con ottimismo, e l’amore, inteso in senso ampio come l’importanza data alle relazioni con gli altri e la capacità di mantenerle e promuoverle anche in situazioni difficili. Un’attenzione che per molti è cresciuta proprio durante il periodo della pandemia. Che ci ha mostrato l’importanza della relazione, di andare oltre i progetti individuali in nome della condivisione, del fare qualcosa non solo per gli altri ma anche con gli altri.

Possiamo svilupparla
La buona notizia è che l’autoefficacia, anche se fa parte dei nostri tratti caratteriali, può essere sviluppata nel corso della vita. Tutti possiamo accrescerla, imparando a trovare potenzialità e aspetti positivi anche nelle situazioni meno favorevoli. Se per molto tempo si è pensato che le capacità plastiche del nostro cervello andassero diminuendo con gli anni, oggi sappiamo che è possibile essere creativi a qualunque età, purché si lasci agire la nostra plasticità mentale, ci si metta in gioco come abbiamo visto avvenire in questi mesi, quando tante persone anche anziane hanno imparato a utilizzare strumenti tecnologici per tenersi in contatto con i propri cari. Insomma, dobbiamo imparare a guardare oltre le difficoltà cercando di rileggere in modo diverso quello che avviene sotto i nostri occhi.

Gli altri strumenti per affrontare le difficoltà
Secondo la psicologia positiva, oltre ai punti di forza specifici esistono quattro componenti caratteriali fondamentali che ci aiutano ad affrontare la vita: tra le più importanti ci sono:
- La trascendenza, ossia la capacità di andare oltre a noi stessi, di dare un significato al nostro percorso esistenziale e di vivere un senso di comunanza con i nostri simili.
- A questo si aggiungono la capacità di sviluppare relazioni positive con gli altri, l’apertura mentale.
- E ancora, la moderazione, intesa come capacità di autoregolarsi e di controllare le proprie emozioni.
- La perseveranza, ossia la capacità di mirare a un obiettivo a lungo termine accettando piccoli fallimenti. Anche la resilienza è uno dei tratti che permettono di superare i momenti difficili. Ma non dobbiamo intenderla solo come capacità di accettare e di adattarsi a ciò che accade. Pensiamo piuttosto a una forma di accettazione evoluta, che ci permette di prendere atto che un’esperienza traumatica può offrire l’occasione per un’esperienza rifondativa, per rileggere le nostre risorse.
AIDO ringrazia Fondazione Vita e Salute e la Chiesa Cristiana Avventista che con il suo 8×1000 sostiene la promozione di un percorso di informazione e sensibilizzazione sulla prevenzione e insieme un gesto concreto verso la promozione della cultura del dono.