Pontificia Accademia delle Scienze – DICHIARAZIONE SUI CRITERI OGGETTIVI DELLA MORTE (21 Ottobre 1985)

Definizione della morte

Una persona è morta quando ha subito una perdita irreversibile di ogni capacità di integrare e di coordinare le funzioni fisiche e mentali del corpo.

La morte sopravviene quando:

a) le funzioni spontanee del cuore e della respirazione sono definitivamente cessate, oppure
b) si è accertata la cessazione irreversibile di ogni funzione cerebrale.

Dal dibattito è risultato che la morte cerebrale è il vero criterio della morte poiché l’arresto definitivo delle funzioni cardio-respiratorie conduce molto rapidamente alla morte cerebrale.
Il gruppo ha dunque analizzato i diversi metodi clinici e strumentali che permettono di constatare questo arresto irreversibile delle funzioni cerebrali. Per essere certi, mediante un elettroencefalogramma, che il cervello è diventato piatto, ossia che non presenta più attività elettrica, è necessario che l’esame venga effettuato almeno due volte a distanza di sei ore.
 

Prolungamento artificiale delle funzioni vegetative

In caso di morte cerebrale, la respirazione artificiale può prolungare la funzione cardiaca per un tempo limitato.
Questa sopravvivenza indotta degli organi è indicata quando si prevede un prelievo in vista di un trapianto.
Questa eventualità è possibile solo in caso di lesione cerebrale totale e irreversibile sopraggiunta a un soggetto giovane, generalmente dopo un trauma violento.
Prendendo in considerazione gli importanti progressi delle tecniche chirurgiche e dei mezzi per aumentare la tolleranza agli innesti, il gruppo ritiene che i trapianti di organi meritano il sostegno dello professione medica, della legislazione e della popolazione in generale.
La donazione di organi, deve, in ogni circostanza, rispettare le ultime volontà del donatore o il consenso della famiglia nel caso in cui questa sia presente.

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