Un desiderio frutto di disagi, incomprensioni, conflitti relazionali irrisolti. Spesso però la soluzione migliore è un’altra
Nella maggioranza dei casi, fuggire non è la scelta migliore. Spesso ci illudiamo che una vita o un posto altrove farebbe di noi una persona più felice. In alcuni casi potrebbe anche essere così, ma per la maggior parte delle situazioni, no. In realtà, andrebbe abbandonata la passività. E quello che invece dovremmo fare è portare “più noi stessi” in ciò che facciamo.
Di Vita&Salute
Chi non ha mai pensato, almeno una volta, di mollare tutto e andarsene da qualche altra parte del mondo? Magari in qualche luogo esotico e in bella compagnia? Qualcuno l’ha fatto anche sul serio, ma la maggior parte si limita a pensarlo. In effetti, mollare tutto per andare in un posto lontano rappresenta un rischio e una fatica considerevole. Significa rinunciare a tutto quello che, faticosamente, abbiamo conquistato.
Ma cosa nasconde la voglia di scappare da tutto e da tutti per ricominciare? In genere ciò accade in presenza di forti disagi, sofferenze e malesseri, per cui la domanda ancora più essenziale è: cosa contiene di così tremendo la vita di tutti i giorni, tanto da farci desiderare di fuggire?
Le ragioni per “evadere” sarebbero tante, dalla vita complicata e difficile al ritmo frenetico. Per non parlare dell’incertezza sul futuro, non avere un’occupazione stabile, trovarsi a svolgere un lavoro che non ci aggrada, non riuscire a costruirsi una famiglia sono altri motivi che fanno balenare l’idea di evadere.
Oppure sentirsi in gabbia. E questo avviene quando i doveri e i sacrifici prendono il sopravvento sui momenti piacevoli della nostra vita quotidiana.
Possiamo sentirci incompresi. Essere denigrati, criticati o umiliati; non essere mai considerati all’altezza; essere svalorizzati; non essere rispettati o amati per quello che si è. Sono altrettanti motivi che possono portare l’individuo al desiderio di fuggire.
E tanto altro.

È davvero giusto?
In realtà, nella maggioranza dei casi, fuggire non è la scelta migliore. Spesso ci illudiamo che una vita o un posto altrove farebbe di noi una persona più felice. In alcuni casi potrebbe anche essere così, ma per la maggior parte delle situazioni, no.
In realtà, andrebbe innanzitutto abbandonata la passività. E siamo passivi quando continuiamo ad avere l’idea di scappare ma non lo facciamo davvero. E non è nemmeno necessario farlo. Quello che invece dovremmo fare è portare “più noi stessi” in ciò che facciamo. Non nel senso del fare di più, ma nell’essere più autentici: rispettare i nostri limiti e non farci invadere dalle richieste esterne. Ascoltarci di più. Amarci di più. Dare più spazio alle nostre passioni e alle nostre esigenze. Non possiamo aspettarci che sia la realtà esterna a crearci un ecosistema nel quale ci piaccia vivere. Siamo noi che dobbiamo crearci la realtà che vogliamo vivere. A questo proposito Alan Kay, informatico statunitense, ha espresso un pensiero molto veritiero: “Il modo migliore per prevedere il futuro è quello di crearselo”. Perciò, quanto più riusciremo a esprimere noi stessi nella vita che stiamo facendo, per quanto impegnativa e frenetica possa essere, tanto meno ci verrà l’impulso di fuggire. Anzi, avremo molta più voglia di affrontare in modo costruttivo e tenace tutto quel che ci capita perché avremo imparato ad affrontare con il giusto atteggiamento mentale le difficoltà della vita.

Ritagliarsi i propri spazi
In realtà non sono “spazi” ma “tempo”. Tempo da dedicare a sé stessi. Coccole per il nostro benessere psicologico. Facile da dirsi, difficile da realizzarsi. Soprattutto se abbiamo una famiglia, genitori anziani da accudire, un lavoro impegnativo e figli da educare e seguire. Può sembrare impossibile, ma non è così. È questione di organizzazione e motivazione.
Quando la coppia scoppia. Molti sono convinti che in un rapporto di coppia si debba condividere tutto. Una fusione totale non è, però, auspicabile. Stare insieme non significa “fondersi” con l’altro e condividere tutto. Al contrario, è invece molto importante mantenere la propria identità, ma allo stesso tempo essere in grado di stare vicini e compartecipi verso l’altro. Crearsi i propri spazi, ritagliarsi del tempo per se stessi non vuol dire non amare il proprio partner o i propri figli, ma mantenere un’attenzione amorevole verso se stessi.

Il tuo spazio è un tuo diritto
Prendersi del tempo per sé stessi, non sentirsi in colpa e goderselo pienamente, è un atteggiamento molto efficace per il proprio benessere. Non accontentiamoci di minuscole concessioni, come se il nostro tempo fosse di proprietà altrui. Allo stesso modo, non infastidiamoci se il nostro partner si ritaglia i suoi spazi. Anche lui ne ha diritto.

A ciascuno le proprie valvole di sfogo
C’è chi fa sport, chi ascolta musica, chi si gusta un bel film, chi legge o dipinge. Non ha importanza quello che si fa, ma quello che rappresenta per noi.
È sicuro che il proprio star bene è direttamente proporzionale al volersi bene. Ce lo ricorda anche la spiritualità espressa dalla figura di Gesù: “Ama il tuo prossimo come te stesso. Non c’è nessun altro comandamento maggiore di questo” (Vangelo di Marco 12:31).
E se sapremo volerci bene, vorremo anche più bene gli altri e non avremo più bisogno di fuggire.
Regole d’oro: quei no che fanno sentirci meglio
Se non vogliamo continuare a essere “saccheggiati” dalle richieste o dai bisogni altrui, dovremo imparare a dire con più fermezza “no”. Sono dei “no” volti a proteggere la propria vita, i sogni e i personali desideri.
Assumersi le proprie responsabilità. Se vivi da anni in un contesto da cui vuoi scappare, vuol dire che tu stesso, volente o nolente, hai contribuito a creare quella situazione. Perciò, prima di prendere decisioni affrettate, prova a cambiare il tuo atteggiamento mentale. Guarda quello che ti succede da prospettive diverse.
Fare piccoli cambiamenti. Il desiderio di fuggire è spesso associato alla voglia di cambiamento. Ma non sempre è necessario cambiare luogo. A volte è sufficiente cambiare piccole abitudini quotidiane, riprendersi i propri spazi, per produrre cambiamenti positivi nella propria vita.
Passare un po’ di tempo da soli. Molti di noi passano la maggior parte del giorno a soddisfare le esigenze altrui: che si tratti di colleghi, clienti, superiori, familiari, amici, ecc. È invece importante ritagliarsi del tempo per stare soli con se stessi. Per riflettere, rilassarsi o meditare. Perciò, in quei momenti, spegni il telefono e non connetterti sui social network.
Aiutare e farsi aiutare. Per trovare i tuoi spazi è importante la collaborazione. Perciò, se hai una famiglia, stabilisci con loro una ripartizione di compiti e attività da svolgere. Non fare tutto da sola o da solo. Aiuta, ma fatti anche aiutare.
Non perdere tempo. Spesso perdiamo tempo. Al contrario, il tempo ha un valore inestimabile e va investito bene. Ogni minuto è prezioso. Per esempio, svegliarsi mezz’ora prima al mattino può fare la differenza per ritrovare sé stessi.
AIDO ringrazia Fondazione Vita e Salute e la Chiesa Cristiana Avventista che con il suo 8×1000 sostiene la promozione di un percorso di informazione e sensibilizzazione sulla prevenzione e insieme un gesto concreto verso la promozione della cultura del dono.