Promuovere situazioni per gioire, allenarci a cogliere elementi per trasmettere un’espressione positiva ha profonde ricadute sul nostro benessere. E quello degli altri
Di Vita&Salute
Un’indagine durata quindici anni mostra che gli individui che presentavano un punteggio più alto nella scala del buonumore erano anche quelli che avevano un rischio di morte complessivamente inferiore del 48%.
Ci sono momenti in cui sorridere è davvero difficile. Eppure dovremmo sforzarci di farlo, perché sorridere fa bene: alla nostra salute, all’umore e alle relazioni con i nostri simili. Tanto che dal 1999 al sorriso è perfino dedicata una giornata mondiale – celebrata ogni anno il primo venerdì di ottobre – un’idea nata da Harvey Ball, l’artista statunitense che nel 1963 creò il celeberrimo disegnino dello smile giallo. E le conferme che arrivano dalla ricerca sono decisamente incoraggianti. Uno degli studi più importanti sul tema è stato pubblicato sulla rivista dell’American Psychosomatic society: un’indagine durata quindici anni su oltre 50mila cittadini norvegesi mostra che gli individui che presentavano un punteggio più alto nella scala del buonumore erano anche quelli che avevano un rischio di morte complessivamente inferiore del 48%, un 73% in meno di probabilità di morire per malattie cardiovascolari e un 83% di probabilità in meno di morire per infezioni, un vantaggio che si mantiene poi fino all’età di ottantacinque anni.
Più memoria e autostima
Altri studi approfondiscono gli effetti positivi del buonumore in aree diverse: una ricerca realizzata dalla Loma Linda University in California, per esempio, ha dimostrato benefici interessanti per la memoria a breve termine, mentre secondo uno studio irlandese sorridere mentre si corre migliorerebbe le prestazioni sportive, aiutando a sopportare la fatica. Senza dimenticare i vantaggi psicologici nell’ambiente di lavoro: una ricerca condotta in collaborazione tra l’università del Nebraska e l’università di Amsterdam ha preso in esame 54 riunioni di reali team di lavoro, codificando e annotando tutti gli eventi riconducibili al buonumore, come momenti di ilarità o battute di spirito. Verificando poi i risultati degli incontri in termine di produttività e autostima dei partecipanti, si è visto che le riunioni svolte all’insegna del sorriso erano anche quelle che avevano dato risultati migliori. “Il sorriso è contagioso e influenza l’atteggiamento degli altri nei nostri confronti”, spiega Erica Badalassi, psicologa e specialista in psicoterapia a orientamento breve strategico: “La spiegazione sta nell’attività dei neuroni specchio: quando qualcuno ci sorride siamo portati a imitarlo, e in qualche modo lo sguardo, l’atteggiamento gentile innescano un circolo virtuoso che fa stare bene sia noi che gli altri”. Non a caso si tratta di un‘espressione universale e compresa da tutti.
Un antidolorifico
Anche ridere fa bene alla salute, ma in modo diverso: “Quando si ride viviamo per un momento nel presente, nel ‘qui e ora’”, ricorda la psicologa. E anche in questo caso ci sono vantaggi importanti per la salute: anche la risata ha effetti antidolorifici. E di recente i ricercatori dell’università del Maryland hanno scoperto una relazione tra la risata e la salute del nostro apparato circolatorio, come se si trattasse di una sorta di ginnastica per le nostre vene. È interessante notare che il fatto stesso di sorridere può influenzare il nostro stato d’animo: un articolo pubblicato su Psychological Bulletin ha preso in esame i dati di oltre 130 studi in tutto il mondo, e mostra che l’atto stesso del sorridere può servire a farci sentire meglio. C’è però chi ha ipotizzato che quanti si sottopongono a trattamenti di botox, che hanno come effetto un irrigidimento dei muscoli facciali, siano meno portati a provare le immediate sensazioni di benessere scatenate dal sorriso.
Funziona solo se autentico
Ma quanto deve essere spontaneo un sorriso per funzionare davvero? A tutti noi è capitato di sorridere controvoglia, in situazioni in cui non potevamo proprio farne a meno, e anche di vedere sorrisi che non ci convincevano del tutto. Di fatto, un sorriso spontaneo non coinvolge solo la bocca ma tutta la mimica facciale e lo sguardo, e spesso evidenzia piccole rughe ai lati delle labbra e degli occhi. “Tanto che un sorriso vero si percepisce anche attraverso il telefono, perché non coinvolge solo la bocca ma anche la postura, il tono della voce, lo sguardo”, prosegue la terapeuta.
Da sottolineare che un sorriso vero non è solo un gesto, ma anche un atteggiamento mentale nei confronti della vita: “Un ottimismo che nasce dalla fiducia nelle proprie capacità”, prosegue la psicologa. “Non ci illudiamo di controllare quello che avviene intorno a noi – quello sarebbe un atteggiamento irrealistico, non tanto diverso da quello di chi esprime un pessimismo cosmico – ma siamo consapevoli che da noi dipende il modo in cui reagiamo a ciò che accade, e che abbiamo le risorse per affrontare la situazione al meglio”. E anche se stiamo parlando al telefono, prosegue Badalassi”, piuttosto che sforzarci di sorridere senza averne voglia, potrebbe avere senso cercare di mettersi in un’ottica di apertura, evocare un atteggiamento positivo, rispettoso nei confronti del nostro interlocutore”. In questo modo, il sorriso potrebbe arrivare davvero.
Regole d’oro
Ricordiamo che un volto sorridente è un ottimo biglietto da visita.
– Proviamo ad accogliere con un sorriso le richieste dei nostri colleghi o dei nostri familiari, o a sorridere prima di chieder loro qualcosa, e osserviamo le reazioni: i sorrisi sono contagiosi!
– C’è chi esita a sorridere perché teme di non avere “un bel sorriso”, ma non bisogna farsi condizionare: la spontaneità e un’espressione sinceramente gentile sono le caratteristiche più gradite.
– Questo non significa però che non dobbiamo prenderci cura della nostra dentatura: una bocca fresca e in ordine ci invoglia sicuramente a sorridere più spesso.
– Potremmo anche provare a sorridere a noi stessi, la mattina allo specchio: perché no? È comunque un buon esercizio per i muscoli facciali, e potrebbe avere effetti benefici sul nostro umore.
– Se dobbiamo partecipare a una riunione o dire qualcosa a colleghi o familiari, pensiamo a qualcosa di divertente che ci faccia sorridere, e magari, se le circostanze lo permettono, condividiamolo con gli altri: un momento di leggerezza ravviva l’attenzione e può aiutare anche a memorizzare le informazioni.
AIDO ringrazia Fondazione Vita e Salute e la Chiesa Cristiana Avventista che con il suo 8×1000 sostiene la promozione di un percorso di informazione e sensibilizzazione sulla prevenzione e insieme un gesto concreto verso la promozione della cultura del dono.