Che ruolo giocano emozioni come rabbia, paura o ansia nell’insorgenza e cura dei tumori? Secondo molti studi, gli atteggiamenti positivi possono dare un notevole contributo alla loro prevenzione
“L’effetto del buon umore è istantaneo e si diffonde nel corpo, passando attraverso le sue reti, fino a raggiungere ogni cellula. Diversi studi hanno dimostrato che la risata è un ottimo modo per rafforzare le cellule immunitarie che combattono il cancro.”, afferma Christian Boukaram, oncologo e neurologo
di Vita&Salute
Medici e scienziati di tutti tempi hanno attribuito al cancro cause psicologiche, pur formulando teorie spesso più basate sull’osservazione e l’intuito che su solide prove scientifiche. Personaggi autorevoli in ambito medico hanno fatto riferimento all’influenza esercitata dalla repressione delle emozioni o da sentimenti di disperazione che seguono eventi negativi, come la perdita di una persona cara o del lavoro, sull’insorgenza della malattia. Fattore predisponente comune a tutte le osservazioni era sempre un’esperienza di perdita della pace interiore, di senso di isolamento, di improvviso crollo della propria sicurezza e del proprio equilibrio. Eppure, la resistenza del mondo scientifico è sempre stata forte. Fino a che, subito dopo il 2000, con la mappatura del genoma umano, ci si è accorti che le cose stavano diversamente: i 25mila geni di cui disponiamo sono dotati di milioni di interruttori che possono attivarli o disattivarli. E a premere, o a non premere, ciascuno di questi interruttori è l’ambiente cui la cellula è esposta.

Più fattori in causa
“Aver creduto che il cancro fosse solo questione di genetica ha fatto pensare ai pazienti di essere condannati alla malattia, di non poter fare nulla per favorire la guarigione”, precisa Christian Boukaram, oncologo e professore universitario di neurologia a Montréal, in Canada. “Oggi siamo invece obbligati a ridefinire questo modello e ad affermare che il cancro non ha una sola causa ma è una malattia cronica correlata a numerosi fattori. Se paragoniamo il tumore a una pianta, i geni sono i semi, che germoglieranno trasformandosi in cancro solo se la composizione del terreno sarà favorevole”. A incidere maggiormente sul destino delle cellule è quindi il mezzo colturale, ossia il sangue che le bagna e le nutre, la cui composizione dipende dall’alimentazione, dall’attività fisica, dagli inquinanti ambientali, dai cambiamenti ormonali e, non ultimo, dallo stato mentale. Il cervello rilascia infatti neuropeptidi, ormoni, fattori di crescita e altre sostanze che fanno sì che anche i nostri pensieri e le nostre convinzioni possano modificare lo stato di espressione dei nostri geni. Una realtà che la scienza solo oggi comincia timidamente a considerare.

Disagi prolungati
Gli studi di epigenetica che in questi ultimi decenni hanno associato la sfera psichica al cancro sono ormai numerosissimi. In genere a essere messo sotto accusa è lo stress prolungato. Anche se alcuni studi hanno mostrato che uno stress di breve durata può perfino rinforzare il sistema immunitario. Ma lo stress di lunga durata o cronico, con relativo innalzamento dell’adrenalina, quello che talora segue uno schock, diventa nocivo. Non solo perché induce a cattive abitudini di vita come fumare, bere alcol, avere una dieta sregolata, dormire male o non fare attività sportiva, tutte cause indirette di malattia. Ma anche perché l’adrenalina porta alla lunga a indebolire il sistema immunitario e a determinare uno stato infiammatorio che può interagire direttamente con il Dna delle cellule”. Stress, quindi1. Ma anche paura, ansia, noia, rancore, tristezza, solitudine, senso di inadeguatezza o mancata realizzazione2: tutte emozioni che possono agire in sinergia con altri fattori cancerogeni già noti. Alcune ricerche hanno dimostrato per esempio che l’ansia acuta può aumentare di 30 volte l’aggressività del cancro favorendo la diffusione di metastasi3.
Ma le emozioni non sono altro che un segnale. Vanno semplicemente ascoltate. Il loro compito è infatti quello di indicarci un bisogno frustrato e di suggerirci come soddisfarlo in modo da ripristinare uno stato di benessere interiore, una condizione di pace che, come rivelano gli studi, ci permette poi di godere anche di ottima salute. Se siamo in grado di indurre mutazioni pericolose, infatti, siamo anche in grado di ripararle4. Ecco perché è importante curare i pazienti nella loro totalità, oltre a trattare la condizione fisica con metodi convenzionali. Il presupposto dell’oncologia integrativa è proprio questo: considerare la persona secondo un modello bio-psico-sociale nel quale ogni parte interagisce con l’altra al fine di ritrovare un equilibrio perfetto definito omeostasi.

Sentirsi in salute
Ma come raggiungere e mantenere uno stato di equilibrio che ci permetta di stare bene e favorire la guarigione? Nel libro Il potere anticancro delle emozioni (Feltrinelli) Christian Boukaram sottolinea l’importanza di abbandonare l’ego, ossia la razionalità, e affidarsi a quella sfera di percezioni, creatività, sogni, immaginazione e comunione con il resto della natura e dell’universo, governata dall’emisfero destro del cervello, concentrando l’attenzione sul momento presente. Se nasciamo tutti con due emisferi distinti, infatti, a un certo punto della nostra vita, a causa delle pressioni sociali, preferiamo far funzionare soprattutto quello sinistro, responsabile di logica, ordine, metodo, capacità di pianificazione per il futuro. Ma la felicità non può fare affidamento solo sulla nostra parte razionale, perché gran parte del nostro essere è immateriale. L’emisfero destro del cervello ci permette invece di riconnetterci con la nostra parte più intima, a lungo dimenticata. Con quel territorio inesplorato che racchiude anche un’intelligenza innata, un potere di autoguarigione naturale cui non siamo stati abituati a credere e che può aiutarci a guarire. “La speranza è molto importante, ma credere che la guarigione sia possibile è fondamentale”, ricorda Boukaram. La salute dipende insomma da un corretto equilibrio tra la nostra parte fisica, quella emotiva e quella spirituale. E come in un triangolo equilatero dobbiamo far sì che ogni parte sia perfettamente bilanciata con le altre. Perché a dispetto di certezze mediche, statistiche sfavorevoli e diagnosi infauste, il destino è anche nelle nostre mani.

Consigli per un po’ di buonumore quotidiano
Secondo Christian Boukaram la gioia di vivere, profondamente connessa con la nostra salute, non deriva dai nostri geni e non è nemmeno un lusso saltuario, ma un lavoro quotidiano. Ecco in sintesi i suoi consigli per sperimentarla quotidianamente, mantenendo in perfetto equilibrio il triangolo corpo-emozioni-spirito:
- Per migliorare la nostra salute emotiva richiamando sensazioni positive è possibile: ascoltare buona musica; dedicarci ad attività creative o artistiche; sforzarci di sorridere e ridere di più per rinforzare le cellule immunitarie che contrastano il cancro; esporci più spesso alla luce del sole per migliorare l’umore, regolare il sistema ormonale e produrre vitamina D; intensificare le interazioni con le persone che amiamo e che ci apprezzano; limitare i pensieri negativi e distaccarci dalle emozioni negative che non ci appartengono.
- Per prenderci cura della nostra salute spirituale e migliorare la nostra filosofia di vita possiamo allenarci a: credere in una forza più grande di noi che ci guida, ci fa reagire e ci aiuta a guarire; vivere a pieno la spontaneità, la creatività e l’amore del momento presente; stare il più possibile a contatto con la natura riconnettendoci con l’universo; meditare per riposare il cervello e ritrovare la calma interiore; spezzare la monotonia della quotidianità facendo nuove esperienze; perseguire obiettivi che ci stanno a cuore.
- Per salvaguardare la nostra salute fisica in modo naturale è utile: seguire un’alimentazione a base vegetale; fare esercizio fisico costante; ascoltare i segnali di fame, stanchezza o dolore che ci invia il corpo; rispettare i ritmi circadiani e concedersi le giuste ore di sonno nelle ore notturne; imparare a respirare a fondo e in modo consapevole per ossigenare meglio il sangue e aiutare il sistema immunitario; fare massoterapia per ridurre sintomi fisici o stati depressivi.
1Thaker P.H. “The neuroendocrine impact of chronic stress on cancer”, Seminars in Cancer Biology, 2008.
2Antoni M.H. “The influence of bio-behavioural factors on tumor biology: pathways and mechanisms”, Nature Reviews Cancer, 2006.
3Sloan E.K., Priceman S.J., Cox B.F. et al., “The sympathetic nervous system induces a metastatic switch in primary breast cancer”, Cancer Research, 2010 Sept 15.
4Dusek J.A. et al. “Genomic counter-stress changes induced by the relaxation response”, PLoS One, 2008, Jul 2.
AIDO ringrazia Fondazione Vita e Salute e la Chiesa Cristiana Avventista che con il suo 8×1000 sostiene la promozione di un percorso di informazione e sensibilizzazione sulla prevenzione e insieme un gesto concreto verso la promozione della cultura del dono.