Consumi oculati. Ridurre o annullare il fenomeno del cibo buttato via. È arrivato il momento per invertire una tendenza micidiale per il nostro ambiente
Di Vita&Salute
Una domanda importante da porsi è: quanti siamo in famiglia? Se non abbiamo una squadra di calcio, e considerando che i negozi sono aperti 6 giorni su 7 e costantemente riforniti, non servono scorte. Nemmeno se ci sono offerte allettanti. Il rischio è di accumulare merce che poi facilmente finirà in parte nella spazzatura, annullando così l’iniziale convenienza.
La diffusa abitudine di comprare troppo è antieconomica per il portafoglio, ma pure per l’ambiente. Per evitarlo, bisogna prima di tutto controllare dispensa e frigo. Avendo l’accortezza di riporre gli acquisti secondo la scadenza, con quelli recenti in fondo e gli altri davanti, la verifica sarà più rapida. A questo punto si può preparare la lista della spesa (o se non altro averne un’idea). Sarà di aiuto anche una sommaria pianificazione dei pasti.
Errata conservazione
La conservazione corretta è una chiave di volta nella lotta contro gli sprechi. Appena arriviamo a casa, tutti i prodotti freschi vanno riposti in frigo, dove va messa anche la frutta in estate, altrimenti matura troppo in fretta. Molti la buttano, senza pensare di recuperarla per una macedonia o una torta. I surgelati vanno trasportati nelle apposite borse e messi subito in freezer.
Scadenze “elastiche”
Per capire se un cibo è ancora buono, bisogna valutare: l’aspetto (niente muffe o colori strani), e l’odore; se supera questi esami possiamo assaggiarne un pochino. I barattoli non devono essere gonfi né ammaccati, e le conserve in vetro devono avere il liquido di governo trasparente.
Le confezioni riportano anche due importanti diciture: “Da consumarsi preferibilmente entro” (o Termine minimo di consumo, Tmc) e “Da consumarsi entro”.
Nel primo caso i cibi non diventano nocivi ma perdono le proprietà organolettiche. Per esempio, il caffè macinato è meno aromatico, i biscotti meno croccanti; cereali in chicco e legumi non perdono molto, ma le farine integrali sì, perché sono deperibili. I semi oleosi senza pellicina irrancidiscono molto in fretta, se poi sono macinati peggio ancora! I succhi di frutta hanno un Tmc di 6-12 mesi, ma già dopo 6 mesi iniziano a perdere sapore, quindi non vanno tenuti troppo. Invece prodotti come sale, aceto, miele o zucchero non hanno una vera e propria scadenza.
La dicitura “da consumarsi entro” riguarda invece alimenti freschi che rischiano proliferazioni batteriche e microrganiche, diventando potenzialmente nocivi. Vale per esempio per pasta fresca, ripiena o meno, e per i formaggi freschi che, soprattutto se cambiano odore e colore, vanno gettati. Invece quelli stagionati si conservano meglio, vanno solo privati di eventuali muffe.
Vediamo qualche caso più nel dettaglio
Latticini. Il latte è ancora buono per un paio di giorni se sapore e odore sono ok; lo yogurt non dà problemi dopo 4-5 giorni, al massimo è un po’ acidulo, ottimo per uno sfornato dolce o salato.
Uova. Se crude e nel guscio durano ancora un po’ di giorni.
Olio. Potrà sembrare “infinito”, ma vicino alla scadenza irrancidisce in fretta (soprattutto se di semi e di prima spremitura). Se proprio avanza si può usare come lubrificante.
Scatolame. Se il barattolo non è gonfio né ammaccato (sarebbe allora da buttare!), la conservazione può protrarsi per un mesetto.
Sottoli. Una volta aperti vanno tenuti in frigo e consumati in fretta.
Cucina saggia
Prezioso pane vecchio! Si trasforma in bruschette, farce, crostini, pizzette, polpette… I biscotti possono entrare in un dolce o nel “salame” di cioccolato. E tutti quei gambi, torsoli e foglie di solito scartati danno ottime vellutate.
Anche l’acqua serve: con quella di cottura di pasta e patate si cucina altro, si innaffiano piante o si lavano piatti. Se usata per sbollentare le verdure può servire per una minestra o una besciamella.
I vasetti della salsa vanno sciacquati prima di buttarli, qualcosa viene sempre fuori! I tubetti vanno “spremuti”: anche i loro residui contribuiscono – e non poco – agli sprechi.
Il cibo immangiabile può servire ad altro. Per esempio, le bucce di rapa danno decotti contro i geloni, mentre i fondi di caffè deodorano il frigo e allontanano le lumache dall’orto, concimando pure!
L’App per i ristoranti antispreco
Anche la tecnologia si schiera contro lo spreco, con app che ci dicono quali ristoranti, bar, pasticcerie, supermercati, ecc. hanno merce in esubero da vendere prima che sia troppo tardi. Per esempio l’app Too good to go (troppo buono per buttarlo) mette in vendita delle Magic box, con piatti freschi che altrimenti farebbero una brutta fine. Il contenuto è a sorpresa e lo sconto notevole: ne vale la pena, anche se in Italia per ora il servizio è disponibile solo in 26 città, con appositi punti di ritiro. Qui si trovano anche Super magic box, con merce di grandi aziende e scadenze di 3-6 mesi. Segnala invece l’invenduto dei negozi di quartiere l’app Lastminute.
Regole d’oro di anticonsumo
– In frigo e nella dispensa, tenere davanti i cibi in scadenza
– Pianificate spesa e pasti
– Conservate bene i cibi
– Più breve è il tempo di conservazione, più veloce è il deperimento del cibo e viceversa
– Osservate l’alimento in scadenza, annusatelo e, se è tutto ok, assaggiatene un po’
– Gettate barattoli gonfi o ammaccati
– Non eliminate parti commestibili degli ortaggi
– Non buttate l’acqua di cottura
– Spremete bene i tubetti e svuotate i tetrapak
– Riutilizzate con fantasia gli avanzi di piatti pronti
Il ricettario economico
Ecco qualche ricetta antispreco. Per ispirarsi è anche possibile ricorrere ai vecchi ricettari, che fornivano molti suggerimenti utili in questo senso. Per gli smanettoni c’è l’app Ubo, che insegna a riciclare gli avanzi.
Dado vegetale
Eccellente per recuperare le foglie e le coste dure del sedano, ma anche carote o cipolle un po’ vecchiotte. Questo dado è anche un valido insaporitore per soffritti, verdure, legumi, sughi.
1 bella manciata di foglie di sedano
1 costa di sedano
1 carota grossa
1 cipolla grossa
2 spicchi di aglio
4 rametti di salvia e 4 di rosmarino freschi
Tritate tutto nel mixer e trasferite il composto in due vaschette per il ghiaccio. Mettete poi i cubetti in un paio di sacchetti per il freezer. Il dado è pronto all’uso in qualsiasi momento!
Sformato di pasta (o di riso)
pasta (o riso) avanzata
40 g di farina di riso
450 g di fagiolini
350 g di passata di pomodoro
1 spicchio di aglio
origano, sale, pangrattato
4 cucchiai di olio evo
Spuntate i fagiolini, lavateli e cuoceteli al vapore lasciandoli al dente. Tritate l’aglio e fatelo insaporire in un tegame con 1 cucchiaio di olio e 2 di acqua. Unite l’origano e i fagiolini tagliati a pezzetti, che farete saltare brevemente. Aggiungete la passata e cuocete 10 minuti a fuoco medio. Regolate di sale. Unite l’avanzo di pasta (o di riso).
Preparate la besciamella. Versate in un pentolino 400 ml di acqua di cottura dei fagiolini (se non basta allungate con acqua o latte di soia), unite la farina e frullate a immersione. Salate e fate cuocere la salsa finché non è densa.
Distribuite in una teglia uno strato di verdura e uno di besciamella. Spolverizzate con il pangrattato e infornate per 20 minuti a 180°. Buono caldo o tiepido.
Nota. Nel caso fosse avanzata della verdura, mescolatela con la besciamella e gratinatela in forno.
Crema alle pesche (ammaccate)
Si può preparare anche con 2 mele o pere.
3 pesche
400 ml di “latte” di mandorle
15 g di farina di riso
1 cucchiaio di miele
gomasio
vaniglia naturale
Fate bollire 300 ml di latte con un pizzico di gomasio e la vaniglia. Unite le pesche tagliate a pezzetti e cuocete per una decina di minuti. Quando possibile frullate a immersione. Stemperate la farina nel latte rimasto e fate addensare sul fuoco. Mescolate il composto al precedente, aggiungete il miele e servite la crema fredda.
AIDO ringrazia Fondazione Vita e Salute e la Chiesa Cristiana Avventista che con il suo 8×1000 sostiene la promozione di un percorso di informazione e sensibilizzazione sulla prevenzione e insieme un gesto concreto verso la promozione della cultura del dono.