Il Policlinico di Bari, primo centro in Italia ad aver ricevuto la certificazione di conformità sulla base degli standard operativi del registro italiano di donatori del midollo osseo e della normativa nazionale per il prelievo di cellule staminali da sangue periferico, si prepara a tagliare il traguardo dei 1.000 trapianti.
Donazione e trapianto di cellule staminali emopoietiche, cura salvavita per molte forme di leucemie, linfomi e altre malattie del sangue: la Federazione Italiana Adoces, presente in Puglia con l’associazione Adoces Puglia dal 2020, hanno fatto il punto sabato 19 novembre a Bari, all’Università degli Studi “Aldo Moro”, Sala Leogrande, con il convegno “Le cellule staminali emopoietiche: presente e futuro di donazioni e trapianti” organizzato in collaborazione con la Regione Puglia. La Puglia rappresenta un’eccellenza del settore a livello nazionale e in particolare il Policlinico di Bari, primo centro in Italia ad aver ricevuto la certificazione di conformità sulla base degli standard operativi del registro italiano di donatori del midollo osseo (Italian Bone Marrow Donor Registry – IBMDR) e della normativa nazionale per il prelievo di cellule staminali da sangue periferico, si prepara a tagliare il traguardo dei 1000 trapianti.
I dati. Il Centro Trapianti di Midollo osseo e Cellule staminali emopoietiche della Unità Operativa Complessa di Ematologia con Trapianto a Direzione Universitaria del Policlinico di Bari ha iniziato la sua attività nel 1991 e dal dicembre 2019 è diretta da Pellegrino Musto. Ha progressivamente implementato le diverse tipologie di procedure trapiantologiche attraverso il Programma Trapianti di cui è responsabile Paola Carluccio. Il Centro aderisce al Gruppo Italiano Trapianti Midollo Osseo (GITMO) e all’European Marrow and Blood Transplantation (EBMT) ed è accreditato dal Centro Nazionale Trapianti (CNT) e dalla Joint Accreditation Committee ISCT-Europe & EBMT (JACIE).
“Ad oggi – spiega Pellegrino Musto, ordinario di Ematologia presso l’Università degli Studi “Aldo Moro” e direttore del reparto di Ematologia con Trapianto del Policlinico di Bari – sono stati eseguiti in totale 983 trapianti, utilizzando nei primi anni prevalentemente midollo osseo, successivamente sempre più frequentemente sangue periferico. È presumibile che nei primi mesi del prossimo anno sarà raggiunto e superato il traguardo dei 1.000 trapianti. A breve, inoltre, verranno completate le procedure di conferma dell’accreditamento JACIE7, propedeutiche all’avvio delle attività di utilizzo delle CART in alcune tipologie di linfomi, nelle leucemie linfoblastiche del giovane e, successivamente, nel mieloma multiplo”.
Nel periodo della pandemia e post pandemia il settore di reclutamento di nuovi donatori iscritti al Registro Italiano Donatori IBMDR è entrato in crisi, con una flessione importante di circa il 40%, criticità simile riscontrata anche nelle donazioni solidali del sangue cordonale, pure in Puglia.
Gli iscritti al Registro Regionale Puglia Donatori di Midollo sono 33.599, di cui risultano attivi 26.783. Negli anni di attività del Registro, iniziata nel 1998, sono arrivati a donazione 182 donatori, e una decina di loro ha donato due volte per lo stesso paziente.
Nella regione dal 2008 è operativa la Banca Cordonale Regione Puglia (alla quale afferiscono 16 centri di raccolta) che nel 2021 ha raccolto 329 unità raccolte a fronte di 19 unità bancate. Se si effettua un confronto con i primi anni di attività, si evince un calo importante di attività di raccolta e bancaggio, un calo dovuto anche alla pandemia Covid che di fatto ha bloccato le anamnesi pre-donazione e le raccolte e si spera che nel prossimo futuro si possa riprendere l’attività con più vigore. Dal 2008 al 2021, la Banca Cordonale Regione Puglia ha ceduto 23 unità di sangue cordonale in diversi in Italia e in diversi Paesi del mondo.
Le esigenze attuali. “Anche alla luce della difficile situazione sanitaria determinata dalla pandemia, –sottolinea Alberto Bosi, presidente della Federazione Italiana Adoces – oggi è necessario convogliare gli sforzi e svolgere un’azione mirata per reclutare i donatori che meglio possono rispondere ai requisiti richiesti dagli ematologi e assicurare la riuscita del trapianto. La Federazione negli ultimi mesi ha messo a punto la campagna “Bimbo dona, papà dona”, rivolta ai futuri padri e che sta dando ottimi risultati, come dimostra una grande partecipazione ai webinar mensili organizzati per le coppie in attesa di un figlio con la presenza di esperti del settore”.
La sfida è dunque prima di tutto comunicativa: si tratta di spiegare che oggi la donazione si traduce in un prelievo di sangue periferico (non più donazione di midollo) ed è dunque una procedura molto più semplice e meno invasiva. A questa sorgente di cellule staminali emopoietiche si affianca quella del sangue cordonale (il sangue contenuto nel cordone ombelicale del nascituro), che possono effettuare le neomamme alla nascita del proprio bambino. In secondo luogo, si tratta di reclutare donatori consapevoli del valore e dell’importanza della propria scelta: oggi il 20% dei donatori richiamati non giunge alla donazione, o per rinuncia o per inidoneità.
La Federazione Italiana Adoces ha dunque attivato dei percorsi specifici di informazione e coinvolgimento, personalizzati in base al target di riferimento: tra questi ha implementato e sta portando avanti il progetto “Bimbo dona papà dona” che si rivolge ai padri con meno di 36 anni che hanno scelto, assieme alle madri, di donare il sangue cordonale del proprio bambino. Il progetto, che ha ottenuto il patrocinio del Ministero della Salute, presenta la donazione come “un dono di famiglia” (la madre e il bimbo donano il sangue cordonale, il padre dona il sangue periferico): coinvolgendo nella scelta solidale tutti i componenti la scelta di ciascuno si rafforza e si consolida e la nuova famiglia cresce nel valore del dono. In Puglia l’associazione Adoces Puglia, con sede a Brindisi, contribuirà a diffondere i progetti promossi dalla Federazione.
Il futuro. “La pandemia – conclude Bosi – ha reso evidente una necessità che già iniziava a palesarsi da qualche anno: nel reclutamento dei donatori la vera cosa importante è la qualità della donazione. Oggi i trapiantologi nel 70% dei casi prediligono il donatore maschio perché l’uomo è i grado di garantire una maggiore quantità cellulare e il sistema immunitario maschile non subisce la stimolazione immunitaria che avviene nelle donne durante la gravidanza e dunque è assicurata al paziente una migliore tolleranza immunologica. Per questo la Federazione Italiana Adoces ha ideato una campagna di comunicazione social rivolta ai giovani uomini, #taggalamicodonatore, una serie di brevi video girati da giovani donatrici per invitare gli amici maschi a fare come loro, iscrivendosi al Registro”.