La manipolazione corporea, per mezzo di mani esperte, può favorire il rilassamento e migliorare la circolazione linfatica e sanguigna. Fondamentale è l’approccio giusto degli operatori
Il massaggio è un mezzo di comunicazione altamente emotivo e un tocco specifico di una persona esperta permette di ottenere risultati specifici, stimolando i sistemi recettoriali che attivano meccanismi antinfiammatori. Ma ha anche effetti sistemici sugli ormoni dello stress.
Di Vita&Salute
Definire un massaggio non è semplice, anche se tutti sappiamo o pensiamo di sapere di cosa si tratti: parliamo di trattamenti in cui l’operatore preme, strofina e manipola i muscoli e i tessuti molli, utilizzando le mani ma a volte anche gli avambracci, i gomiti e in qualche caso i piedi. Ci sono massaggi di origine occidentale – come il massaggio svedese – ma si diffondono sempre più i massaggi orientali, che spesso fanno uso di essenze aromatiche, senza dimenticare trattamenti come il linfodrenaggio o lo shiatsu che in termini tecnici non sono esattamente massaggi, ma sono comunque trattamenti manuali.
Ma a cosa serve un massaggio? Dal punto di vista scientifico, il massaggio è un mezzo di comunicazione altamente emotivo e un tocco specifico di una persona esperta che permette di ottenere risultati specifici, stimolando i sistemi recettoriali che attivano meccanismi antinfiammatori. Ma ha anche effetti sistemici sugli ormoni dello stress. Inoltre, abbiamo conferme sufficienti della sua efficacia per trattare il mal di schiena, e per migliorare la qualità della vita di soggetti che soffrono di diversi disturbi, dalla depressione al cancro e all’AIDS; migliora il flusso sanguigno e allevia il dolore muscolare: un risultato che evidenzia i vantaggi di questo tipo di trattamento a prescindere dal livello di attività fisica di chi vi si sottopone.
Qualche spiegazione in più arriva dalle ricerche in ambito della Psiconeuroendocrinoimmunologia (Pnei), che mostrano come il tocco agisca in modo integrato su diversi distretti del nostro organismo, dall’apparato osteoarticolare ai muscoli, al sistema nervoso e al tessuto connettivo o fascia, ossia il tessuto di rivestimento che ricopre senza perdita di continuità organi e tessuti, muscoli, vasi sanguigni e visceri, un metasistema che connette e influenza tutti gli altri sistemi: ecco perché le terapie corporee hanno effetti a livello sia locale sia generale. Da sottolineare che i muscoli sono la parte più plastica del nostro organismo, hanno una capacità trasformativa straordinaria; mentre possiamo definire il tessuto connettivo come una rete di comunicazione che coinvolge tutto il nostro corpo. Ecco perché il massaggio ci permettere di riconnettere le diverse parti di noi.

Emozioni in gioco
Ed è sempre il tessuto connettivo che, oltre a rispondere al tocco, grazie ai recettori nervosi di cui è ricco e che trasmettono informazioni al cervello, ci permette di percepire la nostra corporeità nello spazio ma anche l’interocezione, ovvero la percezione del nostro stato corporeo sia fisico sia emotivo. Si spiega così perché il massaggio riesca a stimolare reazioni emozionali anche importanti, tanto che esistono tecniche che agiscono in maniera particolare sulla componente emotiva. Attraverso il contatto, il massaggio ci riporta alle prime fasi della nostra vita. Il tocco di una mano fa riemergere memorie alle quali normalmente non abbiamo accesso, e che risalgono alle prime fasi della nostra esistenza, quando eravamo avvolti e cullati dal liquido amniotico, o tra le braccia dei nostri genitori. Si tratta di ricordi che non si conservano nella corteccia cerebrale, ma nell’area limbica del cervello, e che possono riemergere attraverso il contatto. Gli studi più recenti sulle emozioni ci mostrano quanto queste memorie siano legate al corpo. Per questo durante il massaggio possono emergere tristezza, rabbia o euforia, emozioni da cui possiamo lasciarci attraversare prendendone atto, senza necessariamente cercare di comprendere da cosa siano scatenate; mentre è sicuramente utile che un operatore lavori sulle proprie emozioni per saper accogliere quelle di chi riceve il trattamento.
Si spiega così perché ci sono molte ragioni per sottoporsi a un massaggio e che non serve solo per farsi passare il mal di schiena, per rilassarsi e per stare bene.

Identikit di un buon trattamento
Un massaggio ben fatto è un’opportunità preziosa per ritrovare il benessere e imparare a riprendersi cura del proprio corpo, ma per ottenere risultati in termini estetici o di salute non si può prescindere da uno stile di vita corretto, soprattutto per quanto riguarda alimentazione e attività fisica.
- Un buon massaggio richiede attenzione e silenzio, per consentire all’operatore – e a chi si sottopone al trattamento – di concentrarsi consapevolmente su quanto avviene. Meglio quindi ritagliarsi qualche minuto prima del trattamento o alla fine per condivisioni e commenti.
- Pulizia e discrezione sono importanti. Molti massaggi richiedono che chi lo riceve indossi solo biancheria intima, anche perché spesso si usano creme o oli per ammorbidire la pelle e facilitare il lavoro ma è comunque importante che sia l’operatore che il ricevente siano a proprio agio.
- Un trattamento può essere più o meno intenso a seconda del tipo di tecnica e della struttura fisica di chi lo riceve. Per esempio, un massaggio drenante deve essere lento e leggero per convogliare la linfa nelle stazioni linfonodali; mentre per riattivare la circolazione, agire sulle adiposità o rilassare i muscoli contratti è necessario esercitare una certa pressione. Anche se un massaggio non deve mai essere doloroso.
- Anche la durata del trattamento è importante: l’ideale è fare un massaggio completo che durerà all’incirca 50/60 minuti, anche se in casi particolari si possono massaggiare solo alcune parti del corpo come la testa o le spalle.
- Può essere utile accompagnare il lavoro dell’operatore con una respirazione lenta e profonda, meglio se diaframmatica, per agevolare il flusso linfatico e rilassare la muscolatura a livello cervicale, toracico, lombare.
E ricordiamo che da un massaggio ben fatto si deve uscire sentendosi bene!

I massaggi più diffusi
Massaggio svedese
È il massaggio occidentale standard, una tecnica di base fatta di diversi movimenti, sfioramento, impastamento, tamburellamento, vibrazione e trazione. È utilizzato per sciogliere i muscoli e rilassare.
Massaggio connettivale
Si rivolge agli strati più profondi del muscolo e del tessuto connettivo con manovre lente ma profonde e tecniche di attrito. È utilizzato per lavorare sui muscoli cronicamente contratti o che provocano fastidi e dolore.
Massaggio cinese o tuina
È una pratica di manipolazione basata sui principi della medicina tradizionale cinese. Utilizza diverse tecniche sia di massaggio che di automassaggio.
Massaggio ayurvedico
È il massaggio tradizionale indiano, e ha l’obiettivo di ristabilire l’equilibrio psicofisico tramite movimenti lenti e dolci e di mantenere l’armonia tra mente e corpo. Esistono diverse tecniche che in genere prevedono l’uso di oli ed essenze profumate.
Massaggio hawaiano (Lomi Lomi)
È un massaggio rilassante caratterizzato da movimenti lunghi e avvolgenti su tutto il corpo e dall’uso degli avambracci.
Linfodrenaggio (drenaggio linfatico manuale)
Una tecnica che richiede una preparazione specifica, e che agisce sul flusso linfatico. Si pratica senza olio, con scivolamenti e pressioni nelle aree del corpo, dove si accumulano liquidi in eccesso, come gambe, addome, braccia, viso.
Shiatsu
Non è un massaggio ma una tecnica – di origine giapponese, ma basata sui principi della medicina cinese – che utilizza la pressione delle dita localizzata in una sequenza ritmica sui meridiani dell’agopuntura.
Massaggio con le pietre
In questo tipo di massaggio sono utilizzate delle pietre lisce e riscaldate, poste in determinati punti del corpo per riscaldare e allentare i muscoli contratti e riequilibrare l’energia.
Massaggio aromaterapico
Un massaggio nel quale sono utilizzati uno o più oli essenziali profumati i cui effetti terapeutici – rilassanti o tonificanti – si sommano a quelli del trattamento manuale.
AIDO ringrazia Fondazione Vita e Salute e la Chiesa Cristiana Avventista che con il suo 8×1000 sostiene la promozione di un percorso di informazione e sensibilizzazione sulla prevenzione e insieme un gesto concreto verso la promozione della cultura del dono.