La biblioterapia aiuta anche per ridurre lo stress e altri disturbi. Lo consigliano numerosi psicologi. L’importante è scegliere secondo regole precise
La biblioterapia è utilizzata da più di un secolo, e ci sono studi che ne confermano l’efficacia, realizzati soprattutto in ambito anglosassone. Si può lavorare con i libri per trattare disturbi d’ansia nelle diverse accezioni – fobie o attacchi di panico – ma anche depressione, disturbi del comportamento alimentare o le nuove dipendenze da gioco o da internet.
di Vita&Salute
“Un libro può essere un compagno prezioso in tempi di crisi”, spiega Rosa Mininno, psicologa e psicoterapeuta, tra le prime in Italia a utilizzare libri come strumento terapeutico”. Ma la biblioterapia è qualcosa di diverso dalla lettura: si tratta di una vera e propria tecnica terapeutica, che deve essere praticata da un terapeuta formato, in grado di definire un percorso e valutarne l’efficacia. “La biblioterapia è utilizzata da più di un secolo, e ci sono studi che ne confermano l’efficacia, realizzati soprattutto in ambito anglosassone”, prosegue la psicoterapeuta, responsabile del sito www.biblioterapia.it. Ma in questo caso stiamo parlando di una lettura scelta e guidata con obiettivi precisi: “Si può lavorare con i libri per trattare disturbi d’ansia nelle diverse accezioni – fobie o attacchi di panico – ma anche depressione, disturbi del comportamento alimentare o le nuove dipendenze da gioco o da internet”, spiega Mininno. Il che non vuol dire che la lettura in sé, individuale o condivisa, non abbia effetti benefici, particolarmente in momenti di crisi. “Mi piace definire la lettura come il respiro della mente”, spiega Mininno, “Abbiamo bisogno di stimoli, altrimenti tendiamo a chiuderci in noi stessi”. Leggere può servire a distrarci dai pensieri che ci opprimono, ma anche darci degli strumenti di consapevolezza e aiutarci a gestire le emozioni: “Per questo i libri sono preziosi in momenti come questi, in cui dobbiamo fare i conti con ansia, incertezze, preoccupazioni”, prosegue la psicoterapeuta.

Romanzi di ieri e poesie per sempre
E i libri possono essere d’aiuto. Lo conferma un altro psicoterapeuta, Cesare Vismara, che propone una sua personale classifica delle letture adatte ad affrontare l’emergenza, “fermo restando che si tratta di un percorso molto personale”, precisa Vismara, “ci sono dei capolavori che possono non piacere, o libri di livello non eccelso che invece possono trasmetterci un messaggio giusto al momento giusto”. È stato Italo Calvino a scrivere, nell’introduzione a Fiabe italiane, che le favole “sono il catalogo dei destini che possono darsi a un uomo e una donna”, “e ognuno di noi può trovare una parte di sé nelle migliaia di libri che sono stati scritti”, osserva Vismara. Che consiglia in particolare di dedicarsi a libri di autori che sono sopravvissuti a un’esperienza drammatica, “come Se questo è un uomo di Primo Levi (Einaudi), o Padiglione Cancro di Aleksandr Solzenicyn (Newton Compton), esperienze di uomini che hanno vissuto e superato il Lager nazista o il Gulag stalinista, e che ci aiutano a riconoscere le risorse cui un essere umano può attingere in situazioni estreme”, ricorda Vismara. Ma anche i romanzi di Dostoevskij – in particolare Delitto e Castigo – il Diario di Anna Frank, che nonostante il drammatico epilogo propone una visione ottimistica della vita, in una situazione di reclusione ben più drammatica di quella che stiamo vivendo noi, senza dimenticare I promessi sposi, che possono aiutarci a comprendere alcune dinamiche della situazione in cui viviamo. Per chi preferisce la filosofia, lo psicoterapeuta consiglia classici come i Saggi di Montaigne e i Pensieri di Pascal, scritti in forma di aforisma, “e quindi adatti per una lettura frammentaria, un suggerimento per chi non gode di lunghe ore di tranquillità”, prosegue Vismara. “Mentre chi ha la possibilità di concentrarsi nella lettura può sicuramente rivolgersi alla poesia: tra i classici mi viene in mente La ginestra di Leopardi, ma in realtà qualsiasi poeta va bene, dai romantici inglesi ad Alda Merini, che offre spunti molto interessanti dal punto di vista psicologico”.

Guardarsi dentro
Attraverso la narrativa impariamo a leggere le nostre emozioni, a entrare in contatto con il nostro mondo interiore che spesso non conosciamo bene. Se vogliamo trovare qualcosa di positivo nella situazione che stiamo vivendo, è il fatto di avere la possibilità di guardarci dentro, di pensare alla qualità della nostra vita e a quello che è davvero importante per noi. In questo modo il tempo apparentemente vuoto che abbiamo avuto a disposizione diventa qualcosa di prezioso. Non dimentichiamo l’importanza di lasciar vagare la mente, del famoso otium dei romani, che non è “non fare niente”, ma è un tempo, uno spazio mentale che serve a stimolare la creatività della nostra mente, svincolandola dalie catene della realtà.
E se come a volte succede, siamo tra quelle persone che in questo momento fanno fatica a leggere, a concentrarsi su un testo? Potrebbe essere la buona occasione per prendere questo vizio. O in alternativa, possiamo provare a scrivere, tenere un diario in cui esternare le nostre emozioni.

Bibbia e ansie intime
Si trova in otto famiglie su dieci, ma solo il 30% dichiara di averla letta. Eppure, per molti credenti – ma anche agnostici – la Bibbia può essere una fonte di ispirazione e anche antidoto alle ansie quotidiane. Senza avere la pretesa di scientificità, ecco un elenco di passi da leggere nella Bibbia che aiutano a ridurre le preoccupazioni. Certo, la fede è il requisito fondamentale, ma può essere un’occasione per guardarsi dentro.
L’ansia per il domani. Se avete oggi paura del futuro perché tutto vi sembra incerto, leggete i passi di Matteo 6:34: “Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno”.
Il bisogno di una pausa. Nonostante la grande attività e impegno dei discepoli di Gesù, lui stesso invitava a cercare una pausa in un posto tranquillo: “Venitevene ora in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un poco (Marco 6:31).
Sapere chiedere aiuto. Nell’Esodo di parla di Mosè, su cui pesava l’enorme responsabilità di condurre un popolo verso la Terra Promessa. Era stato chiamato da Dio stesso, per cui poteva farsi prendere dal “delirio di onnipotenza”. Eppure, seppe ascoltare il consiglio di suo suocero che gli suggerì di formare un “team” di assistenti, per programmare la propria giornata e organizzare il proprio lavoro spirituale: il pericolo sarebbe stato che “Tu ti esaurirai certamente e stancherai anche questo popolo che è con te…” (Esodo 18:13-26).

Come fare
– Attorno ai libri c’è tutto un mondo fatto di recensioni, commenti e interviste con gli autori, letture d’autore: tutti percorsi che possono essere di aiuto per fare scoperte interessanti.
– Non dobbiamo avere complessi: leggiamo libri che ci facciano sentire bene anche se non sono capolavori.
– Attenzione ai manuali che ci promettono di risolvere i nostri problemi, o peggio servono a promuovere un corso o un metodo: per trovare un libro che ci aiuti facciamoci consigliare bene, leggiamo le recensioni dei lettori e quelle degli esperti e parliamone con un bravo libraio.
– Quando prendiamo un libro in mano chiediamoci se è quello giusto per il momento che stiamo vivendo: a volte abbiamo voglia di immergerci in un romanzone, in altri momenti ci bastano pochi versi o un aforisma che ci accompagni nella giornata.
– Se un libro non ci prende abbandoniamolo senza sentirci in colpa. Magari non era il momento giusto, e lo riprenderemo più avanti.
– Non sempre abbiamo voglia di leggere, ma possono venirci in aiuto gli audiolibri, un’ottima compagnia in viaggio o nei momenti di stanchezza. Oppure possiamo trasformarci noi stessi in scrittori, tenere un diario o un blog, o semplicemente buttare giù qualche riflessione in libertà.
AIDO ringrazia Fondazione Vita e Salute e la Chiesa Cristiana Avventista che con il suo 8×1000 sostiene la promozione di un percorso di informazione e sensibilizzazione sulla prevenzione e insieme un gesto concreto verso la promozione della cultura del dono.