LA FIACCOLATA Da Brescia a Paratico (venerdì 4), poi da Sarnico a Bergamo (sabato 5) e infine a Vilminore (domenica 6). Tanti ospiti ed entusiasmo
Il messaggio più forte dal bambino di dieci anni, trapiantato di fegato e rene. Lacrime di commozione nel ricordo di Leonida Pozzi
Camminiamo per seminare il dono di noi stessi nel prossimo. Ed è stato così per l’evento podistico che ha collegato le province di Bergamo e Brescia su idea di Aido Coccaglio con il suo presidente Lino Lovo a cui Aido nazionale, Aido Lombardia e le sezioni provinciali bergamasca e bresciana hanno dato il loro entusiastico assenso.
Per sottolineare l’importanza della manifestazione Aido è riuscito a ottenere anche il patrocinio di “Bergamo Brescia capitali italiane della cultura”, fregio importante nell’anno del cinquantesimo dell’associazione di donatori di organi, tessuti e cellule.
L’apertura è da via Monte Cengio, a Brescia, davanti alla sede della sezione provinciale della “Leonessa d’Italia”, dove Lino Lovo ha dato inizio al cammino denominato “La Via delle Sorelle” e dove i tedofori bresciani hanno acceso la fiaccola al tripode. Per motivi di sicurezza, l’organizzazione ha sostituito durante la marcia la fiaccola con una pergamena arrotolata che le staffette hanno portato, venerdì 4 agosto, dalla partenza fino a Paratico, sul confine con la provincia di Bergamo, dove si è conclusa la prima giornata.
Sabato 5
Il mattino seguente la partenza da Sarnico. Prima però hanno parlato le autorità presenti come il vicesindaco di Sarnico Nicola Danesi, il presidente di Aido Sarnico Ernesto Freti, la presidente di Aido provinciale di Bergamo Monica Vescovi (arrivata con la sua omologa Vittoria Mensi presidente della sezione provinciale di Brescia) e la presidente nazionale di Aido dottoressa Flavia Petrin, accompagnata per l’occasione dalla vicepresidente vicaria nazionale Donata Colombo.
Tutte le autorità hanno messo il punto su un termine che è il fulcro della mission dell’associazione stessa, ossia donare. «Finché saremo in vita continueremo a servire Aido» ha detto Petrin. Una frase, questa, ricca di significato poiché racchiude in sé l’operato di ogni volontario aidino.
Dopo i discorsi è ripartita la fiaccola e, con essa, il cammino in Bergamasca che da Sarnico è arrivato per la prima parte fino a Bagnatica, più precisamente al Casello San Marco dove Aido Bagnatica ha organizzato il ristoro per tutti i partecipanti. Dopo il pranzo Lino Lovo ha dato il la alla ripartenza che da Bagnatica ha portato fino al cimitero di Bergamo. Qui si trovavano i labari di Bergamo e Brescia per un saluto alle spoglie di Giorgio Brumat, fondatore del Dob (Donatori Organi Bergamo) nel 1971 che, di lì a due anni, sarebbe diventato Aido a Bergamo, nel quartiere Monterosso.
Momento di grande emozione per tutti nel ricordare il fondatore che da domenica 13 giugno 2021 riposa tra i grandi della città di Bergamo, visto il merito di aver tracciato la strada verso il sì alla vita. Dopodiché i podisti si sono spostati proprio nel quartiere Monterosso, dove, alle 17 in piazza Pacati, ad attenderli c’era il presidente del consiglio comunale di Bergamo Ferruccio Rota, residente del quartiere, il rappresentante della provincia Manuel Bentoglio, grassobbiese e donatore, oltre alle autorità già presenti a Sarnico. Il ristoro serale all’oratorio di Monterosso, aperto ad Aido da don Luigi Manenti, è stato offerto da Aido Grassobbio.
Domenica 6
Il terzo giorno, a Vilminore di Scalve, la chiusura della manifestazione al “Tempio del donatore” dove sono custoditi i nomi di tutti i presidenti provinciali bergamaschi di Aido e di Avis che sono morti, in ricordo del dono che hanno fatto offrendo parte di loro per una vita che è poi rinata. Qui erano presenti duecento aidini con la presenza di un gruppo di friulani, terra natale di Brumat.
A fare gli onori di casa Aido Bergamo e Lombardia in collaborazione con l’associazione nazionale. Si è tenuta la messa in ricordo di chi non c’è più, seguita dalla rivelazione della pergamena realizzata da Avis provinciale di Bergamo in memoria dell’ex vicepresidente vicario nazionale Leonida Pozzi, che in vita ha speso tutto se stesso per la missione stessa di Aido.
La vicaria nazionale Donata Colombo, che ha lavorato fianco a fianco con il cavalier Pozzi in ambito regionale, non ha potuto trattenere le lacrime durante il saluto fatto anche a nome della presidente Petrin, assente per motivi personali nella giornata di domenica. Nella giornata di ricordo del cavalier Pozzi a Vilminore era presente la moglie Lina.
Un ultimo momento importante lo vogliamo dedicare a Matteo, un bambino di dieci anni che da piccolo ha subito il trapianto di fegato e di rene. Il suo sorriso è il messaggio migliore che Aido può dare.
(Stefano Nava, PrimaBergamo)