Il 16 aprile, in Piazza Sisto IV, l’Associazione Italiana per la Donazione e di Organi, tessuti e cellule celebrerà l’azione al servizio del prossimo
Cinquant’anni di una cultura del dono capace di ricreare nuova vita. Sono quelli che compirà AIDO e che, anche nella città della Torretta, andranno a sottolineare una presenza importante quanto sovente silenziosa nella sua generosità. Il prossimo 16 aprile, in piazza Sisto IV, l’Associazione Italiana per la Donazione di Organi, tessuti e cellule farà conoscere e celebrerà la propria azione benefica sul territorio.
«In concomitanza della Giornata nazionale della donazione inizieremo le celebrazioni del 50° di fondazione con un’iniziativa al fine di veder crescere e diffondersi nella cittadinanza la cultura della donazione e della solidarietà – racconta Ezio Briano del consiglio direttivo della Sezione provinciale “Valerio Ottonello” di A.I.D.O. -. La giornata vedrà alternarsi sul palco di Piazza Sisto IV momenti di intrattenimento e di informazione con l’intervento di autorità, professionisti ed esperti e la partecipazione attiva dei ragazzi di alcune scuole secondarie che saranno coinvolte in un percorso didattico sui temi della donazione e del perseguimento di sani stili di vita. Tutta la cittadinanza sarà coinvolta attivamente in un percorso di sensibilizzazione».
Un modo per rendere ancora più visibile quanto, nella vita di rutti i giorni, è fondamentale per tanti malati in attesa di trapianti.
«Purtroppo, ogni giorno decine di uomini, donne e bambini vedono affievolirsi le speranze di ricevere un organo e, con angoscia, avvicinarsi la loro fine – prosegue Briano -. La cosa più terribile, però, è la consapevolezza che una simile scia di sofferenza e di dolore potrebbe avere fine se solo aumentassero le donazioni. È proprio in un’ottica simile che AIDO opera da cinquant’anni anni».
Come verrà sottolineato nel corso delle celebrazioni per il mezzo secolo di attività, grazie all’organizzazione no profit anche in Italia – ben prima della Legge 91/1999 – molte persone hanno potuto esprimere, proprio come una vera e propria disposizione testamentaria, la volontà di donare i propri organi.
«Il rapporto tra la rete trapiantologica del servizio sanitario nazionale e l’associazionismo del dono è ancora oggi un esempio virtuoso di sussidiarietà tra istituzioni e volontariato – conclude Ezio Briano -. Questa collaborazione mira a radicare nel nostro Paese una sempre più solida cultura del dono degli organi e dei tessuti, senza il quale nessun trapianto sarebbe possibile».
(Raffaele Di Noia, Il Secolo XIX)