Carissimi soci, volontari, amiche e amici di Aido,
non voglio nascondervi l’emozione e la gioia di festeggiare con voi questo nostro importante traguardo: il 50esimo anniversario dalla fondazione di Aido. Un compleanno che forse nemmeno il fondatore Giorgio Brumat credeva di poter raggiungere date le grosse difficoltà iniziali: “Dovevamo – scriveva – vincere problemi di ordine morale e psicologico quali la sacralità della salma, l’intangibilità del defunto e il rispetto della pietas dei parenti” e arginare “il timore che il prelievo venisse praticato in stato di morte apparente”, nonché “il sospetto di commercio per arricchire gli operatori sanitari”. Un decennio, gli anni Settanta, in cui la medicina dei trapianti era ancora agli albori e la cultura della donazione praticamente inesistente.
In questi 50 anni lo scenario nel nostro paese è fortunatamente cambiato in maniera radicale ed è aumentata la sensibilità nei confronti della donazione, un risultato ottenuto grazie all’impegno e alla serietà che hanno sempre contraddistinto il lavoro dell’associazione, ai progressi in campo medico e al Centro Nazionale Trapianti, autorità competente per le attività di donazione e trapianto di organi, tessuti e cellule. Il report del 2022 del CNT indica, a questo proposito, che quanto fatto finora ha dato i suoi frutti con un +3,7% di donazioni, un + 2,5% di trapianti effettuati e numeri che in alcuni casi superano i livelli pre-pandemia. Dati che ci rincuorano, ma che certamente non sono sufficienti a coprire l’intera richiesta: sono ancora migliaia i pazienti in attesa di ricevere la fatidica telefonata, persone per cui il trapianto è davvero l’unica possibilità di tornare alla vita.
L’equazione è semplice: senza donatori non possono esserci trapianti. Per questo Aido si impegna ogni giorno affinché ciascuno possa esprimere il proprio consenso in maniera consapevole e informata, in vita, e non attraverso il silenzio assenso. Il rischio, infatti, è che la scelta ricada sui familiari, già provati dalla perdita di una persona cara e “costretti” a pronunciarsi al posto suo. Con questo obiettivo in mente abbiamo deciso di percorrere nuove strade come DigitalAIDO, il sistema che consente ad ogni cittadino di manifestare la propria adesione con un semplice click dal proprio pc o smartphone, 365 giorni all’anno, 24 ore su 24. Pochi passaggi che possono fare realmente la differenza e che si aggiungono alle modalità già esistenti, dallo scritto di proprio pugno, all’adesione nella lista della propria Ulss di riferimento, fino al “Sì” espresso all’atto del rinnovo della propria carta d’identità presso gli uffici del comune di residenza.
Molto resta da fare, ovviamente, specie sul tema delle opposizioni che si riducono laddove il sistema sanitario e la rete di associazioni di volontariato collaborano attivamente e in sinergia. Il cambiamento è più che mai culturale: chi sceglie di dire “No” lo fa per i più svariati motivi, dalla paura di affrontare il tema del fine vita alla poca conoscenza dell’argomento. Aido, grazie alle sue 20 strutture regionali, 90 sezioni provinciali e 832 gruppi comunali, lavora proprio sul fronte dell’informazione sensibilizzando i cittadini sulla cultura del dono. Un impegno enorme da parte di uomini e donne di buona volontà che ha contribuito a far raggiungere ad Aido la quota di un milione e 400 mila soci al 31 dicembre 2022.
Ma cosa ci spinge a donare? Perché questa scelta? Ognuno di noi ha le proprie personali motivazioni ma una, credo, ci accomuna tutti: sapere che dalla sofferenza può riguadagnare spazio la vita, guardare e andare oltre i propri bisogni individuali con la consapevolezza che ciascuno di noi potrebbe trovarsi, un giorno, nel momento del bisogno.
Il mio personale ringraziamento va dunque a tutti coloro che, a vario titolo, si sono succeduti ai vertici dell’associazione, ai membri della Giunta e del Consiglio direttivo nazionale, ai presidenti regionali e provinciali e le varie sezioni locali. Un grazie a tutti i soci, i volontari e a chi, in questo nostro primo mezzo secolo che celebriamo, ha contribuito a diffondere la cultura della donazione in tutta Italia.
Orgogliosi di questi primi 50 anni, il nostro impegno continua.
Flavia Petrin, Presidente Aido Nazionale